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Il Blog di Beppe Grillo
Dicembre 2, 2025
Una start-up statunitense promette ai genitori la possibilità di scegliere il “miglior” embrione tramite un’app. Si chiama Nucleus Genomics e offre un servizio di fecondazione in vitro dove l’utente seleziona caratteristiche come rischio di malattie, colore degli occhi, altezza e persino indici genetici legati all’intelligenza. Il prezzo dichiarato è di 9.999 dollari al mese. Il [...]
- Novembre 20, 2025
Il Blog di Beppe Grillo
La scienza circola sempre di più fuori dai laboratori e dagli ambienti accademici e raggiunge spazi digitali, community e conversazioni quotidiane. Uno studio intitolato “Una valutazione su larga scala dei social media e dei media tradizionali nella comunicazione scientifica" (Yang Yang, Tanya Tian, Brian Uzzi, Benjamin Jones) ha analizzato 20,9 milioni di pubblicazioni scientifiche per confrontare la copertura sui social media rispetto ai media tradizionali. I risultati principali dello studio mostrano che i social media espandono significativamente la portata della comunicazione scientifica. Il campione delle pubblicazioni includeva ricerche pubblicate in un’arco vasto di istituzioni, riviste e aree disciplinari. Lo studio quantifica che la scala delle idee scientifiche trattate sui social media supera quella dei media mainstream più di otto volte. I social media [...]
- Novembre 19, 2025
Il Blog di Beppe Grillo
Di seguito la lettera firmata da associazioni, scienziati e attivisti e inviata ad "Altreconomia" in merito all’articolo "Corre il consumo di suolo in Italia. Il ruolo di fotovoltaico, logistica e data center", che commenta il report annuale di Ispra sul consumo di suolo e riporta l’intervista al responsabile del documento, Michele Munafò. Con questa lettera si intende sottolineare che il tema non è ancora inquadrato e compreso in modo adeguato nel dibattito pubblico del nostro Paese. I data center e la logistica sono distese di cemento che impermeabilizzano irreversibilmente il suolo: il fotovoltaico, invece, non comporta di fatto cementificazione. Il fotovoltaico non ha rilascio chimico, né depaupera il terreno di acqua, né di alcuna sostanza nutritiva, né impedisce la vita di insetti e piante di [...]
- Ottobre 9, 2025
Il Blog di Beppe Grillo
Oggi ricorre l’anniversario della morte di Ernesto “Che” Guevara, ucciso il 9 ottobre 1967 in Bolivia. La sua figura continua a rappresentare ribellione, libertà e resistenza, al di là del tempo e delle ideologie. In questa ricorrenza, voglio condividere nuovamente la storia di Nelson Salvestrini, l’artista che immortalò in bronzo l’immagine del Che senza vita, solo per vedere la sua opera “sparire” dalla scena pubblica.   Oggi vogliamo raccontarvi una storia. Una storia di arte, di rivoluzione e di silenzi. Una storia che parte dalla Toscana, arriva a Cuba, e si dissolve nel nulla. È la storia di Nelson Salvestrini, uno scultore con oltre cinquant’anni di esperienza, e di un Che Guevara fuso nel bronzo e poi sepolto... non dalla terra, ma dall’imbarazzo. Nelson Salvestrini non è solo un artista: è un testimone del suo tempo, un artista che modella la storia nelle materie più dure e più vive. Nato nel 1947 a Colle di Val d’Elsa, in Toscana, scolpisce dal 1972. Le sue opere sono corpo, materia e memoria. Nel 1989, Nelson donò al governo cubano dell’Avana un monumento dedicato a Che Guevara, una scultura in bronzo. Ma poco dopo scoprì che l’opera era stata nascosta. Raffigura Guevara morto in Bolivia: un’immagine evidentemente che il Comitato Centrale non volle accogliere poiché non accettavano la sua morte. L’opera per questo fu messa da parte. Nel 1995, Nelson si recò a Cuba per quindici giorni, nel tentativo di rivedere la sua creazione. Ma nulla. L’opera era sparita, nonostante i contatti ancora vivi a suo tempo con la moglie e le figlie del Che, che non sapevano dove fosse la scultura. La delusione fu profonda. Perché la scultura di Nelson non era fatta solo di bronzo: era voce, era lotta. Il suo Guevara, come dichiara Nelson “è un Che che non è morto, ma che morirà solamente quel giorno che si rinuncerà a lottare per cui lui ha vissuto, è un corpo che parla alle menti”. Da allora, Nelson lotta per rivedere il suo Che Guevara. Per ridargli una voce. Perché un’opera d’arte, non può sparire. Non può finire nel nulla.   Per contatti: [email protected]    [...]

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